La nuova quasi-riforma della scuola

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha esposto le linee principali della nuova proposta di riforma della scuola. A nostro parere le idee di fondo sono molto buone (lasciando perdere la pochezza del cosiddetto voto di condotta), ma la proposta applicativa un po’ meno perchè alcuni aspetti avrebbero meritato attenzione e cura maggiori. I punti forti e fondamentali riguardano: 1) la riduzione del numero di anni per il raggiungimento del diploma superiore a indirizzo tecnico; 2) l’appendice di un biennio “accademico” agli Istituti tecnici per la specializzazione di competenze impostata sulla coniugazione teoria-pratica indirizzata verso il lavoro in partenariato pubblico-privato. Sono punti molto importanti decisamente impostati verso una ristrutturazione di tutto il sistema in coordinamento scuola-mondo del lavoro. Queste idee di fondo, tuttavia, a nostro parere non si sono concretizzate in percorsi di profonda qualità.
Vediamo i punti deboli che la proposta di riforma contiene. Riguardo al punto 1), la riduzione del numero di anni per il raggiungimento del diploma di maturità è stato applicato tagliando il numero di anni dell’istituto superiore ad indirizzo tecnico e non a tutto il sistema superiore. Si poteva facilmente fare di meglio tagliando l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado (a 13 anni i ragazzini sono già pronti dal punto di vista della autonomia e delle competenze) e collegare i due anni della scuola “media” all’ultimo anno della scuola primaria e lasciare gli istituti superiori tutti, non soltanto tecnici, di durata cinque anni. Riguardo al punto 2), gli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy) dovrebbero essere legati alle Università, al primo biennio degli Istituti universitari per avere tutte le strutture e le tipologie di indirizzo molto più indirizzate e specializzate ai percorsi di lavoro. Sarebbe opportuno che a questo buon inizio si riesca a migliorare tutto il sistema con i due aspetti: a) scuole del 1° grado per studenti da 3-12 anni (in due percorsi 0-6 e 6-10 anni); b) scuole superiori di tutti gli indirizzi a 5 anni (fino a 18 anni) con due anni di specializzazione (master..ITS..il nome conta poco) indirizzati al lavoro oppure con il percorso verso la laurea in base al progetto di vita dello studente. In ogni caso, sarebbe bene reimpostare scuole e università aperte sempre e sempre flessibili impostate ai progetti di vita dei giovani, impostate al nostro futuro insomma.

Vanni Savazzi weblog