E i risultati prima o poi si vedono..

Presso la Sala della Regina alla Camera dei Deputati è stato presentato questa mattina il Rapporto nazionale INVALSI 2023. La partecipazione alle prove da parte delle scuole e degli studenti è stata positiva, gli esiti non sono stati altrettanto soddisfacenti. Nel rapporto si legge che sul quadro dei risultati possono avere influito difformi e fondate variabili del contesto pandemico. In ogni caso, rispetto alla rilevazione dell’anno precedente i risultati 2023 sono più bassi nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di primo grado “si è fermato il calo degli anni 2019 e 2021” e non c’è stato miglioramento. Naturalmente, per avere una lettura più analitica dei dati (per territorio, singoli istituti, discipline e altri fattori) si dovranno studiare a fondo i vari tableaux. In questa prima lettura, sento di fare un paio di osservazioni: 1) viste le criticità delle prestazioni in italiano e matematica degli studenti che si apprestano a proseguire il proprio percorso nel secondo grado, sarà bene agire concretamente e al più presto per studiare proposte serie di miglioramento con le dovute risorse da attivare nelle realtà scolastiche in merito alle specifiche carenze e verificare con continuità l’andamento; 2) conviene abbandonare il continuo richiamo alla causa prima della pandemia per i risultati negativi delle ultime rilevazioni ed è necessario cambiare registro dello schema logico dell’epoca (alcuni cosiddetti “esperti” scrivevano all’epoca della fase critica 2020/2021 scrivevano che tanto la parte non svolta dei programmi si sarebbe recuperata facilmente..!). Per riprendere una nuova tabella di marcia, per riprendere il filo dello studio, per migliorare competenze trascurate da tanto, non soltanto nella fase pandemica, sarà bene mettere in atto nuove forme, nuovi metodi di lavoro nelle scuole con tempi/luoghi destinati allo studio collaborativo e laboratoriale, con moduli pedagogicamente innovativi in strutture tecnologicamente avanzate.

Vanni Savazzi weblog