La scoperta dell’acqua fredda

Gli Istituti scolastici del primo e soprattutto del secondo ciclo hanno affrontato, gestito e regolamentato, riflettuto a fondo in merito-a l’utilizzo dello smartphone in classe o nei laboratori ormai da diverso tempo, prima di tutto con la discussione e il coinvolgimento delle famiglie e soprattutto degli studenti, con le prime esperienze e le dovute correzioni e poi con le regolamentazioni. In particolare, l’utilizzo dello smartphone nella didattica e nelle procedure organizzative è stato prima di tutto studiato e progettato con criteri rigorosi per evitare rischi di qualsiasi genere, è stato sperimentato in diversi contesti e, accertate le effettive valenze nella didattica laboratoriale, portato a metodologia vera e propria, vigilato, controllato e verificato, valutato in continuità. Soltanto ora si esce con una regolamentazione improvvisata, forse senza uno studio in merito e senza ascoltare il parere di chi ha fatto in merito esperienze didattiche facilmente rintracciabili. Questa regolamentazione esce con la debole premessa che tale strumento sia di fatto e di per sé fattore pericoloso per la formazione e senza alcuna utilità. In ogni caso, anche gli Istituti scolastici, che non hanno scelto il percorso di utilizzo nella didattica, hanno regolamentato il controllo dell’utilizzo dello smartphone a scuola, pur essendo di fatto molto difficile raggiungere lo scopo massimo e assoluto. Pertanto, una regolamentazione dall’alto (già approvata in sede ministeriale e in vigore da molto tempo, peraltro) non annulla queste difficoltà già note.

Vanni Savazzi weblog