Prima o poi, i nodi ….trovano una conclusione

La marcia di avvicinamento delle grandi potenze è stata continua da diversi anni e si sta avvicinando al nodo centrale: quali potenze e, soprattutto, quale disegno politico globale si va delineando? Difficile fare previsioni, prima di tutto per la complessità della situazione e soprattutto per la debolezza o, peggio, per l’assenza di strategie dei singoli Stati o alleanze di Stati. Per pensare a strategie realisticamente sostenibili occorre una classe politica in grado di porsi prima di tutto una visione di insieme per dare nel prossimo futuro un assetto e una forza comuni in grado di rafforzare e difendere le democrazie del mondo. La posta in gioco, che si sta espletando nel prossimo futuro sono i valori ineludibili per la civiltà umana: libertà, rispetto, pensiero razionale, socialità. Ebbene, siamo a questo punto: in questi mesi, forse ancora nei prossimi anni le potenze democratiche attuali stanno indebolendosi, tramite scelte contrastanti, spesso frammentarie e stanno avvicinandosi a rischi molto grandi. Detto questo, sarebbe ora di portare al dunque le questioni che la realtà pone alle democrazie sotto il profilo economico-sociale, il lavoro e le garanzie del sistema giuridico. Per superare le crisi di ogni genere di questi tempi, la questione che si pone è molto chiara, anche se non proprio semplice. Secondo il mio parere, sarà bene che i Governi delle democrazie attuali affrontino una domanda fondamentale. Eccola: si deve puntare-a e produrre strategie comuni in tutti i settori di vita comune (quelli citati sopra, economia sostenibile, benessere sociale, giustizia, lavoro, istruzione ..) al fine di salvare tutti, oppure si deve continuare a perseguire la scelta della linea emergente attuale, in cui ciascuno ha il dovere di pensare esclusivamente al proprio Stato, alla propria Regione, al proprio profitto, al proprio campo di interessi per ottenere qualche singolo vantaggio di breve durata, qualche vantaggio del tipo “oggi a te, domani a me”? Quest’ultima è una scelta sostanzialmente sbagliata, è una scelta che porta alla disgregazione totale, all’impoverimento globale e si torna a regimi totalitari e a guerre globali. A partire dalla risposta a questa domanda di fondo, si può capire quale potrà essere la soluzione che lasceremo alle prossime generazioni. La qualità politica delle attuali democrazie si sta indebolendo, in certi casi è persino prepotente, di poco valore, di sguardo molto basso, non è in grado di far funzionare il sistema democratico, tantomeno è in grado di far fronte alle opportunità offerte dalla innovazione scientifico-tecnologica. Questo purtroppo si sta evidenziando nel reale, dove occorre affrontare la grave crisi economico-finanziaria dei conti pubblici con risorse politiche impreparate prima di tutto, con capi-popolo al potere seriamente intenzionate a far danni a tutti pur di salvare i propri buchi. In ogni caso, è ancora tutto da decidere, anche se lo scivolamento è iniziato.

Vanni Savazzi weblog