Riprendiamo il discorso sul futuro della UE. Le politiche per il futuro dell’Europa e per il futuro dei cittadini dei Paesi d’Europa non dipendono semplicemente dall’investimento in mezzi e strumenti militari per la difesa e la protezione fisica dei cittadini, bensì da un sistema complesso. Vediamo i due fattori di questo sistema.
1) Le politiche del Parlamento UE e dei Parlamenti degli Stati UE devono essere finalizzate e centrate sulla coesione, sulla continuità/praticabilità/coerenza delle scelte in tutti i settori di vita e di cittadinanza europea, sulla dimostrabilità delle proprie scelte;
2) a) la ricerca, lo studio e l’innovazione eco-tecnologico-economico-sociale-culturale; b) lo sviluppo economico-produttivo e dell’e-commerce, il miglioramento in tutti i settori, gli ambiti e luoghi di lavoro, di studio-lavoro; c) il miglioramento della vita delle popolazioni in tutti i servizi (sociali, formativi, assistenza per la salute e la cura di famiglie e delle persone); d) l’ammodernamento dei sistemi per la propria difesa “fisica” e “materiale”.
Considerata la complessità dei rapporti tra l’Unione Europea e le grandi potenze del mondo, è necessario che i partiti politici europei affrontino seriamente con totale e profondo impegno gli aspetti esposti nel paragrafo precedente, per elaborare progetti adeguati al miglioramento dello stato di benessere delle popoli d’Europa nel futuro. In un contesto di grandi problemi globali della nostra epoca e i profondi cambiamenti in essere, la UE (Parlamento, istituzioni e governi nazionali) dovrebbe evitare di perdere tempo in inutili iniziative in programma in queste settimane. Le manifestazioni di piazza con tanto di bandierine, di buoni discorsi e di volantini svolazzanti sono buone azioni che tuttavia al giorno successivo trascurano l’urgenza di affrontare la realtà di un altro mondo mettendo alla frusta forze politiche litigiose e improduttive, se non per le proprie apparenze. La leadership delle forze politiche dovrebbe studiare e mettere in atto progetti realizzabili e sostenibili per rifondare il sistema europeo. In questa difficile situazione, per le forze politiche serve lavoro e non servono sproloqui pubblicitari al fine unico di estorcere voti alle elezioni. Purtroppo, non è semplicemente questione di agire, è quello di trovare buone teste, buoni cervelli: purtroppo ai nostri temp nelle forze politiche europee, tanto più nelle forze politiche d’Italia, di buone intenzioni, di buoni obiettivi e di progetti realizzabili non se ne vedono o se ci fossero sarebbero immediatamente sepolti. Una grande Europa non diventerà mai tale per un semplice, semplicissimo motivo: i partiti politici degli Stati divisi d’Europa sono composti da uomini politici di piccole menti fondate su bassi valori etico-civili. Ribadiamo il nodo critico di questa fase: la nobile funzione della politica, da qualsiasi lato si prenda, subisce l’assalto di povere menti oltraggiose verso il futuro delle polis.