Il dragone si è presentato con la lingua infuocata e la penna ormai senza inchiostro dopo la scrittura di ordini a centinaia. Era previsto dal copione e il copione è perfettamente rispettato. Riportiamo lo sguardo a casa nostra in attesa di una voce, seppur flebile, di prima opposizione costruttiva, di un cenno che indichi una strada diversa e propositiva per l’Europa e i Paesi della UE. Ebbene, nelle nostre contrade la sinistra è sempre molto attenta, giustamente attenta a rivolgere domande dovute alle forze del Governo attuale sul ruolo dell’Italia per una nuova politica europea, sulle indicazioni da proporre in sede UE, tuttavia è molto debole e incerta, direi persino contraddittoria a produrre linee di indirizzo di una politica nuova su argomenti fondamentali in questa fase: rapporti commerciali, nuovi modelli e nuove organizzazioni del lavoro e nuovi lavori, sostegno ai bisogni sociali, innovazioni nel sistema formativo per lo sviluppo della occupazione. E’ bastato il leggero ritocco del 4+2 per rispondere ai bisogni di scuola/lavoro degli studenti. Perchè la sinistra in questa fase importante della storia del mondo non riesce ad aprire nuove strade per rispondere alle domande dei più deboli, per ampliare gli orizzonti a nuove politiche? Una ipotesi mi nasce dentro in immediato. Credo non sia certo la mancanza di buoni leader. Penso sia la carenza di capacità di coordinamento di buone idee intenzionali, ma disconnesse nei contenuti e nelle fasi realizzative per delineare e aprire un quadro al futuro. Il difetto della Sinistra resta l’attitudine a disperdere patrimoni di saperi, di cultura, a perdersi in varie strade, resta la difficoltà di comprendere le domande concrete di questo nuovo presente, che sta aprendo grandi vuoti e di risponderne fattivamente. Qualche cenno di ripresa si sta aprendo, seppur lentamente: chissà quanto dovremo ancora attendere!
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