Pecunia atque suffragium non olent

E’ incomprensibile l’indignata sorpresa da parte di molti scrittori in merito a nomine alle prossime elezioni di personaggi dal pensiero rozzo, primitivo, inumano ed esplicitamente, profondamente razzista. Un pensiero che non dovrebbe nemmeno rientrare nell’ordine del “pensare”, perchè non è pensiero. Il pensiero politico è attività nobile, costruita, preparata con lo studio e centrata su valori profondi. Certe nomine sono semplicemente un urlo di bestia primitiva. Non è dato sapere quanto tale non-pensiero, derivato da attività  non speculative del cervello, sia condiviso dal sommo decisore di parte politica, è anche lecito pensare il contrario, ma è evidentemente accertato che tale scelta è cosciente e volente. Detto questo, una domanda emerge obbligata: perchè questi non-pensieri possono essere accolti e ammessi in un esame elettorale? E’ una domanda che porta nel centro un dubbio sull’etica, sui valori del demos di questa decisione. Ebbene, ritengo che una domanda del genere, una domanda sulla ragione di una scelta porti con sé, in questa fase politica, una risposta decisamente semplice, contrariamente da quello che ci si aspetterebbe . Questa candidatura centrata su profondi disvalori non ha semplicemente alcuno obiettivo centrato sui valori democratici, perchè i valori democratici sono esclusi dagli obiettivi di certi politici e di certa politica. La candidatura di tale non-persona ha soltanto un obiettivo: quello di raccolta di numeri di voti, di accattonaggio di qualsiasi segno sulla scheda pur di dominare su uno scranno e di sottrarre pecunia ad altri, anche se questo voto ha il valore di uno sputo faccia al demos. Questi voti non puzzano all’accattone, perchè l’obiettivo è soltanto la materia del segno della matita sulla scheda per proseguire il più tempo possibile alla seduto sullo scranno. Di valori e di etica a certi professionisti del voto non c’è alcun sentore e interessamento, basta e avanza la materia prima.

Vanni Savazzi weblog