Sviluppo sostenibile ad usum proprium

Per sentire dal mondo politico delle nostre contrade alcuni cenni sullo sviluppo sostenibile e sugli interventi concreti per la “riduzione delle emissioni di gas a effetto serra il più vicino possibile allo zero” si è dovuto scatenare un finimondo di grandinate e bufere di vento e ghiaccio sulle strade, su città e paesi di alcune regioni del nord. Naturalmente, questi cenni non sono stati improntati a sollecitare proposte coerenti con le risoluzioni SDGS dell’ONU e soprattutto azioni concrete per muovere i primi passi verso la riduzione delle emissioni nocivi nell’atmosfera di grandi impianti produttivi. Nulla di tutto questo, nessuna proposta in questo senso, bensì soltanto imputazioni da una parte su indifferenza e incompetenza in materia da parte dell’attuale governo e, da parte opposta, sulla nullità di azioni nella direzione della sostenibilità dello sviluppo e della riduzione di emissioni da parte dei tanti governi precedenti. In questa piccola diatriba che porta a nulla, peggiorando la situazione già pesante non si ascoltano nemmeno brevi spunti per cominciare una nuova strada, abbandonando polemiche e intraprendendo impegni concreti su un obiettivo che deve essere comune. Questa indifferenza e questa così grande incapacità a comprendere il problema rendono ancora più difficile la situazione già grave della Terra. D’altra parte le proposte per salvare il Pianeta comportano impegno scientifico e politico, comportano cambiamenti e sacrifici a tutti e questi non portano voti.

Vanni Savazzi weblog