Conversare, discorrere, scambiare battute e impressioni con gli interlocutori, a cui si è sempre riservato e a cui si continua a riservare con piacere e orgoglio il ruolo e il compito di caudatario, non è fare giornalismo. Non è giornalismo cotale messa in scena a maggior ragione se alle spese contribuiscono tutti i cittadini. In ogni caso, non preoccupa per nulla la commiserabile scena di basso giornalismo, quanto la piccolezza di idee e la bassezza di visione, che stanno nei contenuti espressi dagli intervistati, da cotali responsabili delle scelte economiche e politiche di un Paese. Preoccupa lo sguardo basso e profondamente miope degli interlocutori nell’interpretare la situazione complessiva dello stato delle cose della produzione, del lavoro, della economia e del benessere, uno sguardo che non arriva oltre la soglia della propria dimora e che non riesce a pensare e tanto meno comprendere oltre il tempo del presente, il tempo di qualche ora più avanti. Preoccupa la capacità limitata a vaghi frammenti di realtà e la breve idea utile a esporre scelte soltanto per il piccolo lavoro nell’orticello di casa in questa parte di stagione per il singolo abitante.
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