Welfare e non solo

Si leggono sempre più di frequente articoli di quotidiani e saggi in libreria e sul web riguardanti problemi o nodi problematici, per meglio dire, che riguardano in primis l’indice di natalità e, a seguire, la mancanza o la frammentarietà/discontinuità del lavoro femminile (non solo..) e le conseguenti difficoltà economiche delle famiglie del nostro Paese, la crescita economica generale. Questi nodi problematici sono naturalmente oggetto di attenzione da parte del Governo, che sta vagliando linee progettuali fattibili per arrestare questi processi di peggioramento del livello di benessere generale. Mi pare, tuttavia, che queste linee progettuali intendano puntare sull’immediato per trovare le risorse economiche adeguate a dare incentivi alle famiglie, ad es.: migliorare e aumentare i servizi per i bambini, facilitare le assenze dal lavoro per motivi familiari, detassare le famiglie con bambini.. Questi interventi sono sicuramente importanti, prioritari e necessari, ma, forse, non sono sufficienti per mantenere e migliorare nel tempo, nel prossimo futuro l’attuale livello di benessere e il nostro attuale, seppur debole, livello di competitività in Europa e nel sistema globale. A mio avviso, sarebbe necessario fare in immediato una ricerca e uno studio accurati sulle cause degli attuali problemi. E’ vero, infatti, che tutti questi aspetti esistono, ma non hanno tutti la stessa natura o causa/nodi-di-cause, la stessa “geografia”, la stessa forma e la stessa visione nei giovani e nelle famiglie. Come scrive il Card.Angelo Scola “..soltanto un deficit di risorse economiche e di strutture adeguate o un deficit di speranza”? Come scrive poetando Valerio Mangelli: “Sto rifacendo la punta al pensiero / come se il filo fosse logoro /e il segno divenuto opaco. / Gli occhi si consumano come matite / .. Per questi aspetti, non servono primariamente ed esclusivamente supporti finanziari, occorrono altri interventi in un sistema di interventi che riguardano la persona, il proprio impegno, i propri obiettivi, il senso personale della responsabilità, la propria visione e partecipazione alla famiglia, alla comunità e al sociale. Sono interventi, che debbono puntare ben oltre le brevi traiettorie del quotidiano per “tirare” la fine del mese. Per la crisi di fiducia verso di sé e verso il proprio futuro non sono sufficienti i nuovi servizi per il nido, perchè è necessario recuperare la fiducia di una persona che si veda come madre/padre. In conclusione, è bene puntare su un nuovo welfare, ma è urgente recuperare il valore per sé e il proprio “volere” di impegnarsi nel sociale, nella famiglia, nella comunità.

Vanni Savazzi weblog