Ancora su autonomia, giovani e responsabilità

L’Ocse nell’ultimo rapporto «Education at a glance 2022» in tema di giovani, formazione e lavoro espone dati e osservazioni, già emersi anche nell’ultimo Rapporto CENSIS, che rappresentano veri e propri segnali di forti criticità per il nostro Paese. Eccoli: a) “nel 2021 i ragazzi nella fascia di età 25-29 anni, che non studiano e non lavorano, sono il 34,6%, dopo essere saliti al 31,7% durante la pandemia da Covid-19 (nel 2020), mentre in quella 20-24 anni la percentuale si ferma al 30,1%; b) si rileva un tasso di abbandono scolastico prima del diploma al 23% (contro il 14% della media Ocse) e pochissimi progetti di raccordo tra scuola e lavoro durante gli studi, in cui appena il 3% degli under 25 ha svolto esperienze di raccordo tra scuola e imprese negli anni di formazione; b) “Se passiamo al focus sui laureati balza agli occhi che la percentuale di Neet tra i 25 e 29 anni è del 21,9%, quasi il doppio rispetto alla media Ue (11,4%) e ben più alta dell’11,6% della Francia, del 6,7% della Germania e del 4,6% dell’Olanda. Peggio di noi in Europa solo Grecia e Turchia”! Sono conclusioni, di cui ci siamo già sommariamente occupati, per esprimere semplicemente la gravità della situazione e principalmente la debolezza delle attenzioni, i limiti di visione valoriale nel giudicare la crescente gravità dell’andamento dei dati statistici e la trascuratezza del mondo politico sul tema. Le forze politiche saranno occupate a breve sul tema della autonomia differenziata regionale e purtroppo temo che non avranno spazio, quindi nemmeno forza intellettiva, per raccordare il problema dei bassi livelli di prestazione del nostro sistema formativo con le opportunità che autonomie differenziate regionali e le autonomie, di diverso livello, delle scuole. Il raccordo di autonomie differenziate regionali e di autonomie scolastiche per migliorare il funzionamento e, quindi, le prestazioni del sistema formativo in un ambiente di raccordo strutturale tra scuole, imprese, Università, mondo del lavoro. Certamente, il quadro è tutto da impostare e configurare per includerlo nelle autonomie differenziate, ma potrebbe rappresentare uno sfondo decisamente interessante per migliorare un futuro, che ad oggi si presenta molto difficile.

Vanni Savazzi weblog