Negazione della parola, la filosofia del dittatore

Il dittatore di qualsiasi epoca si alimenta, vive di menzogna e muore di menzogna. La menzogna non può contrastare, non ha armi per contraddire la verità: per questo il dittatore, che vive di menzogna soltanto, non può fare altro che negare la parola, perchè la parola soltanto può dire la verità, perchè il pensiero è fonte di verità e il pensiero per esprimersi ha bisogno della parola. La negazione della parola è lo scopo del dittatore, di ogni dittatore in ogni epoca perchè la parola può trasmettere la verità, può rivelare la menzogna, può rivelare il male del regime totalitario, può rivelare il motore della fine del dittatore. I regimi totalitari si fondano sulla negazione della parola libera, si fondano soltanto sulla parola di un solo uomo, il dittatore. Un dittatore della nostra epoca può negare la verità e può negare la parola, ma oggi la parola e la verità si diffondono molto più rapidamente e la menzogna del dittatore è molto più debole e di durata di gran lunga più breve delle menzogne dei dittatori di epoche precedenti; il dittatore può negare la parola, può interrompere l’espressione della parola, può cancellare qualche parola, ma non potrà mai negare il pensiero di tutti gli uomini e il pensiero vivrà sempre finché ci sarà l’uomo. Il dittatore non vivrà sempre, vivrà uno scampolo di vita, anche se in questo breve scampolo produrrà vigliaccamente morte e distruzione delle opere di altri uomini. Il tempo non si fermerà e nel tempo la democrazia è l’unica forma di organizzazione umana che può vivere di parole libere, che può vivere di una virtù unica e immortale: la libertà.

Vanni Savazzi weblog