Torniamo a riflettere sulla gestione della pandemia nel nostro Paese in questa fase critica. La situazione di incertezza, di disgregazione dei dati di riferimento a disposizione, di conseguente continuo cambiamento di decisioni già prese e di variabilità delle stesse decisioni a fronte di situazioni e condizioni omogenee mette in evidenza la impreparazione ripetuta, costante, ingiustificata e vergognosa della amministrazione di tutto il sistema Stato-Regioni, che sta franando proprio nei servizi fondamentali della sanità e della scuola, che la legge costituzionale del 2001 ha costruito. Questo sistema dà evidenti segni di cedimento, lo si nota giorno per giorno da mesi. La frantumazione del sistema, tuttavia, a nostro parere non è data dalla legge-delega in sé, così come è stata costruita, anche se qualche difetto lo rivela, bensì principalmente dalla azione di una classe politica impreparata, incompetente e del tutto priva delle capacità di cogliere la profondità dei problemi e di darsi una visione a lungo raggio delle decisioni da prendere. Esempio evidente la situazione della scuola e la riapertura delle superiori, con decisioni dell’ultimo minuto e di breve durata, decisioni in ordine sparso e diverse da Regione e Regione, senza riprendere l’ordine delle cose da sistemare e migliorare, senza alcuna padronanza dei fatti e dei dati, delle procedure di prevenzione e alcuna visione di idee-guida del sistema riguardo alla ripresa generale e a provvedimenti futuri di recupero. Per fortuna, la scuola reale è ben altra cosa e si prende cura di arginare i danni con l’attenzione e la competenza del personale scolastico. Nel frattempo, in campo politico si sta discutendo su rimpasti in Regione e nel governo e su possibili elezioni anticipate, che molti dicono di non volere, ma che anche pochi e miseri personaggi possono e intendono decidere di fare. Facile prevedere che dovremo andare alle urne con le mascherine e a debita distanza. Chissà. Ciò che è chiaro ed evidente è la distanza di gran lunga molto più profonda e ampia tra la stragrande maggioranza della popolazione italiana e una misera minoranza di politici di basso profilo.
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