Polarità di politiche? Acutizzazione dei problemi

La politica non è un atto di esibizione affermava un grande uomo politico. Talmente grande che è stato prontamente ucciso con soddisfazione latente da ogni parte estrema, da ogni parte attenta al potere, più che al bene comune. E così anche nei tempi difficili attuali, nel Parlamento di un importane Paese democratico dell’Occidente europeo l’esibizione dell’atto politico occupa sempre più lo spazio del confronto tra le parti, per muovere gli istinti emotivi del popolino basso e attrarne il consenso alle urne. L’accento sulle distanze tra le parti è fondamentalmente e intenzionalmente ricercato quale scopo principale del discorso politico parlamentare, allontanando forzatamente l’attenzione sulle possibili soluzioni dei problemi. Lo scenario delle urla di parte e controparte rappresenta in modo chiaro la bassezza della qualità del discorso politico e l’incapacità netta di comprendere i dati e i quesiti dei problemi per arrivare alle soluzioni. La risoluzione di alcuni problemi nel contesto globale attuale rappresenta la richiesta profonda del popolo alto, del popolo attento e attivo nella realtà, del popolo produttivo per approdare per volontà e intelligenza comune a una prima base fondante per il miglioramento del benessere sociale e della crescita economica, per un futuro di pace comune e globale. Il benessere comune è l’unico pilastro per la pace comune. L’attenzione alla risoluzione dei problemi comuni e fondanti è un interesse centrale per tutti: le grida e le contro-grida di una bassa e larga politica non risolve problemi, li aggrava e ne crea di nuovi. Molti elettori lo hanno capito, ma lo hanno capito male e non passano nemmeno nelle vicinanze delle urne per votare. D’altra parte, il voto è una azione di alto valore civile ed è pur vero che potrebbe essere ritenuto uno spreco la scelta di candidati della stessa bassezza culturale, civile e politica. Purtroppo, la scelta del non-voto è la scelta peggiore ed è la scelta migliore per far cadere una democrazia.

Vanni Savazzi weblog