“Un ragazzo italiano” di G.A.Ferrari. Una lettura gradevole e importante

Gian Arturo Ferrari, professore molto conosciuto nel mondo della editoria, debutta con un buon romanzo nella narrativa con “Ragazzo italiano”, già selezionato per il Premio Strega. E’ un racconto della storia della vita di Ninni dall’infanzia alla maturità adolescenziale, pronto al debutto nella vita adulta per affrontare il proprio futuro. Nella storia di Ninni si legge anche la storia di un Paese del secondo dopoguerra, della gente padana, contadini piccoli proprietari, protagonisti della grande trasformazione industriale della fine anni ’50 e dei primi anni ’60. Ninni insieme con la famiglia si trasferisce a Milano dove lavora il padre per frequentare il Ginnasio. Il racconto accompagna il percorso di Ninni attraverso il pensiero e la cultura dei classici fino alla maturità liceale, al termine del quale si aprono i sogni del futuro, le amicizie, l’amore, la formazione del pensiero politico e la partecipazione da protagonista nel costruire una propria proposta tra gli studenti, il proseguimento degli studi, il successo. Ninni in quest’ultima fase di passaggio tra la fine degli studi e la vita abbandona anche questo nomignolo, grazie al padre che lo propone e impone, per assumere il suo vero nome, un nome importante: Piero Augusto. L’abbandono del nomignolo è anche metafora del suo percorso da ragazzetto con difetto di pronuncia, entrato nella scuola elementare senza ricevere grande fiducia da parte della Maestra e poi arriva alla maturità classica con un bellissimo punteggio, grazie a docenti che sanno apprezzare le sue doti, ma grazie soprattutto alla sua curiosità incessante, curiosità che aveva fin da piccolo per la vita dei contadini, della sua famiglia, dei suoi congiunti vicini e prossimi, di cui riesce a carpire e comprendere tutte le storie personali, insieme con la storia di una piccola comunità, del lavoro della gente, conosce l’amicizia, che coltiva con sincerità e fiducia. Ninni si trasforma, si forma alla vita con la cultura personale e la cultura della storia, della lingua, del pensiero e diventa protagonista della propria vita, fiducioso e aperto al dialogo. E’ la storia del nostro Paese a bene vedere; storia lasciato nel momento in cui la crescita sociale ed economica si fondano sulla passione della gente, sulla collaborazione e la cooperazione. Questo slancio poi perderà l’orizzonte di questi punti di riferimento e i problemi cominceranno poi ad emergere nella loro imponenza. Il libro è certamente piacevole e importante, una scrittura sciolta e leggera, ma importante, che sa portare la forza vitale della vita dentro le parole e il breve periodare. Lettura sorprendente, che consiglio proprio perché non è un capolavoro, ma è un vero racconto.

Vanni Savazzi weblog